Narrare la parità di genere. Intervista a Maria Grazia Anatra

Maria Grazia Anatra, docente, è presidentessa di Woman to be, l’associazione basata sui principi di democrazia ed uguaglianza che si pone come scopo sostenere e valorizzare in ambiti differenziati la partecipazione attiva, la rappresentatività e la professionalità delle donne. È ideatrice diNarrating Equality, il premio internazionale di letteratura per l’infanzia che seleziona storie libere da stereotipi sessisti, realizzando albi illustrati che favoriscono la cultura della parità, dell’uguaglianza di diritti e del rispetto delle identità sin dalle più tenere età.

Maria Grazia, quando nasce l’idea di Narrating Equality?

Il Premio nasce nel 2012 con il nome “Narrare la Parità”, grazie alla vincita di un bando indetto dalla Regione Toscana. L’intento del premio è quello di selezionare storie libere da stereotipi sessisti rivolte a bambin* dai 3 agli 8 anni, per favorire una cultura della parità sin dalla più tenera età. Cerchiamo poi di far circolare le opere premiate in continenti diversi e nelle lingue più diffuse. Proprio per questo, a partire dalla quinta edizione la denominazione del premio si è trasformata nella dicitura inglese “Narrating Equality” a sottolinearne la dimensione internazionale del progetto.

Partner editoriale del Premio è la casa editrice internazionale NubeOcho Ediciones, spagnola con sede anche in Italia e specializzata in testi per l’infanzia. Pubblica i nostri albi illustrati in spagnolo, catalano, italiano, inglese e ha un’ottima distribuzione in Italia, Spagna, in altri paesi europei, in tutti i paesi latinoamericani di lingua spagnola e da qualche anno anche negli Stati Uniti. Un partner che crede fortemente nel nostro progetto ed è sensibile alle tematiche che affrontiamo.

Il vostro Premio ha avuto patrocini e riconoscimenti importanti.

Sì, nel tempo ha acquisito patrocini significativi sia da parte delle Istituzioni nazionali che degli Enti locali come Senato della Repubblica, Regione Toscana, Provincia di Lucca, sia da parte del mondo dell’Associazionismo femminile nazionale, proponendosi anche ad un pubblico europeo: alcune premiazioni si sono svolte a Strasburgo presso l’Istituto italiano di Cultura. In Europa siamo l’unico premio che affronta questa tematica e sinceramente ne siamo molto orgogliose.

Ad ottobre ci sarà la premiazione della VIII edizione.

La premiazione della vincitrice dell’VIII edizione, Susana Torrubiano, si svolgerà a metà ottobre a Capannori (Lucca) e a seguire inizieremo un Grand Tour per promuovere il Premio nelle più importanti città italiane. Ci troverete a Milano, Bologna, Roma, Firenze, Palermo presso librerie, biblioteche e centri culturali. È importante farlo conoscere a più realtà possibili, in primis per diffondere la cultura della parità, ma anche per cercare di reperire soggetti interessati a darci una mano. L’organizzazione di un premio internazionale è laboriosa ma soprattutto dispendiosa ed abbiamo bisogno di persone che credano nella nostra mission e che ci sostengano, anche economicamente.

Si può crescere senza stereotipi?

Assolutamente. I bambini a quattro anni comprendono già ruoli, atteggiamenti, modi di fare e di pensare e non lo dico io, ma la scienza. Ecco perché è fondamentale fin dalla più tenera età educare ad una parità di genere, affinché vi sia quella trasformazione mentale e di conseguenza culturale che elimini una volta per tutte gli stereotipi di genere.

Una domanda personale: riusciremo secondo lei ad arrivare ad una parità di genere reale e concreta?

Negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti verso questa direzione, abbiamo visto un globale – anche se lento – miglioramento ed un significativo progresso in molti ambiti dove prima era impossibile pensare a ruoli femminili (dall’imprenditoria alla politica ad esempio). Sono e voglio essere fiduciosa: in fin dei conti mi batto per questo.