Fiaip-Fimaa-Anama: “Si tradurrebbe in una ulteriore tassa sulla Casa, servono, invece, incentivi fiscali che favoriscano la scelta di assicurarsi soprattutto in certe aree”
A seguito delle recenti dichiarazioni del Ministro per la protezione civile e per le politiche del mare Nello Musumeci, ribadite anche ad inizio luglio in occasione dell’Assemblea annuale di ANIA (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), in merito alla proposta di estendere l’obbligo di stipulare polizze catastrofali, in particolare per terremoti e alluvioni, anche alle abitazioni private, sulla scia dei danni causati dal maltempo in particolare nell’area nord-est Italia, la Consulta Interassociativa Nazionale dell’Intermediazione Immobiliare (Fiaip-Fimaa-Anama) interviene non condividendone l’impostazione, preoccupata per le inevitabili conseguente per il mercato e per la comunità.
Obbligo già introdotto, in sede di legge di Bilancio 2024, per le imprese, seppur il decreto attuativo sia ancora in via di definizione, con la previsione del ruolo dello Stato, tramite Sace, come riassicuratore di ultima istanza secondo un modello pubblico-privato (potrà condividere al 50% i rischi fino a un valore massimo di 5 miliardi all’anno).
“Obbligare i proprietari di case ad assicurarsi contro il rischio di calamità naturali significherebbe aumentare le tasse sulla proprietà, scelta quanto mai inopportuna in questo delicato periodo storico – dichiarano all’unisono i tre Presidenti Baccarini, Taverna e Maffey – servono, invece, solide infrastrutture, una più incisiva cultura della prevenzione e incentivi proporzionati al grado di criticità dell’area, che stimolino, non obblighino, i proprietari ad assicurarsi contro i rischi ambientali.”
Roma, 27 settembre 2024
Fonte:Uffcio Stampa