La Bce taglia dello 0,25% i tassi di interesse. “Opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria”

La Bce nei giorni scorsi ha decreto un taglio dei tassi di interesse. Il consiglio direttivo della Banca centrale europea tiene fede alle ipotesi di allentamento della politica monetaria. Arriva così la prima riduzione di 0,25 punti base. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale scende così al 4,25 per cento, il tasso di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale si riduce a quota 4,5 per cento e il tasso di interesse sulla linea di deposito scende sotto quota 4 per cento attestandosi al 3,75 per cento.

Per l’Eurotower l’inflazione è scesa di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono “notevolmente migliorate”. Anche l’inflazione di fondo si è attenuata, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi e di un calo delle aspettative di inflazione su tutti gli orizzonti. Gli analisti dell’Eurotower prevedono adesso un’inflazione complessiva in media del 2,5 per cento nel 2024, del 2,2 per cento nel 2025 e dell’1,9 per cento nel 2026. Per questo motivo, sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria, spiega la Bce nella nota di accompagnamento della decisione, “è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di mantenimento dei tassi stabili”.

Si tratta quindi del primo taglio in cinque anni e addirittura del primo dal 2016 per quanto riguarda il tasso principale. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno ridotti rispettivamente al 4,25%, al 4,50% e al 3,75%, con effetto dal prossimo 12 giugno. Una decisione arrivata “perché nell’ultimo mese è cresciuta la  fiducia nel percorso futuro dell’inflazione”, ha spiegato il presidente della Bce, Christine Lagarde. Allo stesso tempo, la numero uno dell’Eurotower ha avvertito che “quella dei prossimi mesi sarà una strada accidentata, ci saranno degli ostacoli, ne siamo consapevoli”. Tra questi, la pressione sui prezzi e l’incertezza sull’inflazione. Non a caso, Francoforte ha rivisto le stime al rialzo. “Non ci vincoliamo ad un particolare percorso dei tassi e continuiamo a dipendere dai dati, prendendo le decisioni di riunione in riunione”, ha ribadito a più riprese la presidente della Bce, ricordando che “siamo ancora in fase restrittiva”.

“Quello che stiamo facendo ora è moderare questa posizione restrittiva”, ha affermato Lagarde, sottolineando che la decisione per il taglio dei 25 punti base dopo “una fase di rialzi consecutivi e una di attesa” che hanno “contribuito al calo dell’inflazione”, ora è stata vista come “opportuna”. La decisione sul taglio è stata presa all’unanimità da tutti i membri del Consiglio, tranne uno, ha fatto sapere Lagarde: il governatore della Banca centrale austriaca, Robert Holzmann. In Italia l’allentamento della politica monetaria della Bce è stato accolto favorevolmente dal governo Meloni. “Una decisione attesa, opportuna, coerente con la situazione attuale e, guardando gli ottimi dati di riduzione dell’inflazione in Italia, ben al di sotto della media dell’area euro…anche doverosa”, ha dichiarato il ministro dell’Economia e finanze Giancarlo Giorgetti, auspicando che si tratti solo di un “primo passo”.

Il taglio dei tassi era scontato, ma è arrivato in ritardo per molti analisti economici che si augurano nuove misure tese a favorire la crescita. E sono in molti coloro che sperano ciò possa essere compensato da “altri interventi rapidi”. L’Europa e la Bce stanno sottovalutando secondo molti il rischio recessione e tutto quello che può causare in chiave economica, sociale una politica restrittiva negli Stati membri. I mercati scommettono in un nuovo taglio in settembre.