Fmi: Italia, per crescita rischi al ribasso

Fmi: Italia, inflazione giù al 5,2% nel 2023 e 2,5% in 2024. Bene gli impegni sul debito pubblico

La crescita dell’Italia “dovrebbe entrare in una fase più lenta e i rischi al ribasso dominano le prospettive”. Lo afferma il Fondo monetario internazionale,secondo cui “un inasprimento piu’ marcato della politica monetaria potrebbe trasmettersi in modo asimmetrico all’Italia e aumentare ulteriormente i costi di indebitamento, mentre una rinnovata tensione finanziaria globale potrebbe ridurre la disponibilita’ di finanziamenti, provocando un ridimensionamento della spesa pubblica e privata e ravvivando i timori sui legami sovrano-banca-imprese”. 

L’economia italiana, scrive il Fondo nel report, “ha resistito bene agli effetti della guerra della Russia in Ucraina, crescendo del 3,7% nel 2022. I consumi privati sono aumentati notevolmente grazie alla ripresa dell’occupazione, al turismo vivace e all’ampio sostegno fiscale del potere d’acquisto reale. La crescita dei servizi e delle costruzioni ha compensato la debolezza del settore manifatturiero, soprattutto nelle industrie ad alta intensità energetica colpite dagli alti prezzi dell’energia. I prezzi al consumo sono aumentati, in gran parte a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, le condizioni finanziarie si sono notevolmente irrigidite ei rendimenti dei titoli di Stato italiani sono aumentati con l’inasprimento della politica monetaria”. Inoltre, “il mercato del lavoro ha registrato ottime performance, i salari nominali sono aumentati ma quelli reali sono diminuiti. Le riserve di capitale e di liquidita’ delle banche sono rimaste sostanzialmente stabili a livelli
confortevoli e i crediti deteriorati sono ulteriormente diminuiti, ma i rischi rimangono elevati a causa delle prospettive incerte per l’economia e del futuro percorso della politica monetaria. L’ampio sostegno politico e l’aumento del costo degli interessi hanno mantenuto i disavanzi di bilancio molto elevati. Il rapporto debito/PIL e’ diminuito ma rimane molto elevato. Un calo della popolazione in eta’ lavorativa potrebbe rallentare la crescita a lungo termine”. 

 Il Pil italiano crescera’ dell’1,1% nel 2023 e dello 0,9% nel 2024, per poi aumentare temporaneamente all’1,1% nel 2025. La stima e’ del Fondo monetario internazionale (Fmi), in conclusione della missione ex Articolo 4 nel nostro Paese, che nello stesso report diffuso a fine maggio aveva previsto una crescita dell’1,1% sia per il 2023 che per il 2024, e poi un’accelerazione ulteriore nel 2025. Per l’Italia, “le politiche che rallentano la riduzione del debito pubblico o i ritardi prolungati nella ricezione degli esborsi NextGenerationEU potrebbero sollevare problemi di finanziamento”. E’ questo l’avvertimento lanciato dal Fondo monetario internazionale. “La crescita – si legge nel report – potrebbe essere influenzata negativamente da nuovi balzi dei prezzi dell’energia, dalla frammentazione del commercio estero e degli investimenti o da un calo generalizzato della domanda esterna”.

Si prevede che l’inflazione complessiva in Italia “scendera’ drasticamente al 5,2% nel 2023 e al 2,5% nel 2024, trainata dal calo dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari”. Così gli analisti del  Fondo monetario internazionale nelle conclusioni della consultazione Article IV con l’Italia. Quella italiana e’ un’economia che ha mostrato “la resilienza a shock avversi sequenziali, rilevando la forte ripresa della produzione e dell’occupazione”, tuttavia “il disavanzo fiscale si e’ notevolmente ampliato, il rapporto debito pubblico e’ molto elevato e l’inflazione core rimane elevata”. Lo rileva il Fondo monetario internazionale nelle conclusioni delle consultazioni ex Articolo 4 con l’Italia. Inoltre, affermano gli esperti Fmi, “una popolazione in eta’ lavorativa in declino potrebbe ridurre la crescita economica a lungo termine”. E poi: “Con i rischi principalmente al ribasso, gli esperti hanno sottolineato “la necessita’ di concentrarsi sull’aggiustamento fiscale e su ambiziose riforme strutturali per aumentare la produttivita’ e la crescita potenziale, migliorare la sicurezza energetica e raggiungere gli obiettivi climatici delle autorita’”. 

 

Roma ,  26 Luglio 2023

Fonte: Ufficio Stampa