“Competenze che ci attraggono, altre che ci spingono”.


1984
non è solo il titolo di uno dei più celebri romanzi di George Orwell: esso identifica anche l’anno nel quale la Apple presenta il primo computer della serie Macintosh, il governo Craxi abolisce la scala mobile ed Al Bano e Romina vincono il festival di Sanremo con Ci Sarà. Il 1984 indica anche l’anno al quale, complici le difficoltà congiunturali ormai note a tutti, il mercato immobiliare sarebbe regredito, complice un volume di scambi nel settore residenziale passato dalle 807mila abitazioni compravendute nel 2007 alle 403mila che hanno cambiato proprietà nel corso del 2013.

Eppure, nonostante l’impietoso confronto, sono diversi gli indicatori che fanno pensare ad una possibile inversione di tendenza, che con ogni probabilità farà sentire i suoi effetti a partire dalla metà del 2015. Tra i fattori positivi in grado di favorire questa svolta citiamo non solo un incremento nell’erogazione dei mutui, che a Luglio di quest’anno ha riguardato 118mila famiglie rispetto alle 90mila dell’anno precedente, ma anche i provvedimenti di incentivo contenuti nel decreto Sblocca Italia. Esso prevede uno sconto Irpef per chi acquista un immobile energeticamente efficiente per affittarlo a canone concordato, a patto che la spesa massima non superi i 300mila euro per l’acquisto di una o due abitazioni, nuove o ristrutturate purchè in classe energetica A o B. Da un punto di vista pratico, l’acquirente (che non potrà essere un parente di primo grado del venditore) potrà dedurre dal proprio reddito complessivo il 20% del prezzo di acquisto dell’immobile in 8 anni (per un massimo di 60 mila euro, ovvero 7.500 euro l’anno), usufruendo di un risparmio annuo quantificabile in circa 2800-3000 euro l’anno.
Nonostante la potenzialità di un incentivo che ha già sortito effetti positivi all’estero, rimane l’impatto negativo di una tassazione ritenuta confusa ed eccessiva (tra Imu, Tari e Tasi), combinata con la riduzione del reddito disponibile delle famiglie (-9,8% dal 2008). Si tratta di fattori che incidono in modo rilevante sull’entità della domanda, orientandola in parte ai mercati esteri: gli italiani si confermano i primi acquirenti di immobili a Londra, mentre si affacciano all’orizzonte nuove opportunità di investimento nel continente africano, con Kenya e Costa d’Avorio a riscuotere sempre maggiore interesse da parte degli operatori immobiliari internazionali.
Per Fiaip, che si è sempre contraddistinta per un approccio estremamente trasparente al mercato, esisterebbero già oggi i presupposti perché il mercato possa ripartire, a dispetto delle criticità: sul fronte dei mutui, al quale abbiamo accennato poc’anzi, il Centro Studi Fiaip rileva come si sia registrata una ripresa delle richieste di finanziamenti da parte delle famiglie (+12%), con una ricaduta positiva sulla quota di mercato sostenuta dal credito immobiliare. Auxilia Finance conferma che i tassi di interesse applicati dalle banche ai prestiti per la casa sono scesi e questo dovrebbe incoraggiare il mercato immobiliare già nel secondo semestre 2014, traducendosi in una diminuzione dei tassi effettivamente applicati dagli istituti bancari a famiglie ed imprese. Queste ultime hanno spesso colto nella crisi uno stimolo ad unire le forze, per mantenere – ed addirittura aumentare, in non pochi casi – la qualità del servizio offerto al Cliente, indipendentemente dalla situazione economica contingente.
Il contratto di rete, in particolare, è uno strumento giuridico relativamente nuovo che consente alle aggregazioni di imprese di instaurare tra loro una collaborazione organizzata e duratura, mantenendo la propria autonomia e la propria individualità, nonché di fruire di rilevanti incentivi e di agevolazioni fiscali. Il perseguimento di un interesse comune ha favorito una naturale rimodulazione dei rapporti, e più in generale di certa cultura lavorativa, per consentire a ciascuna realtà di condizionare ed essere condizionata dalle altre, creando uno stimolante mix di competizione e di profonda collaborazione mirato ad incontrare, prima di ogni altra cosa, l’esigenza del Cliente finale.
Fare squadra diventa allora un’esperienza condivisa di arricchimento, aziendale ma anche umano, mirata a favorire un continuo scambio di esperienze e competenze e forte di un valore che potremmo definire assoluto, perché in grado di trascendere la qualità dei singoli apporti. Sacha Greif, designer e blogger parigino, scrive che quando abbiamo bisogno di aiuto siamo naturalmente predisposti a trovare persone che ci possano attrarre al loro livello, che riteniamo più elevato. Ma anche chi apparentemente possiede meno competenze, sottolinea l’autore, può contribuire alla nostra crescita fornendo comunque un piccolo apporto e stimolando la nostra capacità di diventare – noi stessi, responsabilizzandoci nei suoi confronti – un primo punto di riferimento. Greif ci stimola ad aprirci alle persone che ci stanno attorno ed a concentrarci sul rafforzamento di questi legami: se saremo abbastanza costanti nel valorizzarli, se sapremo abbinare ogni giorno curiosità e rispetto nei confronti degli altri, potremo costruire un network così forte che nessuno squilibrio di competenze, e forse nessuna crisi, sarà in grado di spezzarlo.