La Bce alza i tassi al 4%

La Banca centrale europea ha deciso una nuova stretta monetaria, alzando di un quarto di punto i tassi d’interesse di Eurolandia. Lo ha deciso il Consiglio direttivo che si è riunito a Francoforte. Il tasso di rifinanziamento principale sulle operazioni pronte contro termine, sale al 4,00%, quello marginale al 5,00% e quello sui depositi overnight al 3,00%.

Con questo rialzo, il secondo dall’inizio dell’anno, la Bce porta il costo del denaro ai massimi di quasi sei anni e a livelli mai visti dopo gli attacchi alle Torri gemelle.

Per trovare un livello dei tassi così alto bisogna infatti risalire all’agosto del 2001, quando il costo del denaro viaggiava al 4,25%, prima che il 17 settembre venisse tagliato di 50 punti base al 3,75%, dopo lo scossone sui mercati finanziari dovuto agli attacchi alle Torri gemelle dell’11 settembre.

Differenza con gli Usa. Dopo che la Bce oggi ha rialzato il tasso di rifinanziamento di un quarto di punto, il divario fra il costo del denaro negli Usa ed in Eurolandia è sceso a 1,25 punti percentuali. Il tasso-base nell’Eurozona è infatti pari al 4,00%, mentre quello sui Fed Funds statunitensi si attesta al 5,25%.

Mutui e credito al consumo. Stangata in arrivo per chi paga mensilmente il mutuo di casa. Il nuovo rialzo deciso dalla Bce, che ha portato il costo del denaro al 4%, si farà infatti sentire per le famiglie innanzitutto sui prestiti, con un aggravio fino ad oltre 340 Euro all’anno per i mutui e con un peso maggiorato anche delle rate sul credito al consumo. Qualche buona notizia tuttavia non mancherà, visto che il decreto Bersani sulle liberalizzazioni ha obbligato le banche ad aumentare contemporaneamente tassi attivi e passivi. Il che significa che a crescere con i tassi di riferimento saranno anche i tassi di interesse sui conti correnti. Qualche beneficio arriverà inoltre anche per le famiglie che decideranno di investire in Bot e Cct i cui rendimenti saliranno a partire dalle prossime aste.

Le dolenti note saranno però soprattutto sui mutui, cresciuti enormemente negli ultimi anni (dal 2004 al 2006 l‘ammontare, secondo i dati della Banca d’Italia, è passato da 184 miliardi a 225 miliardi di Euro). Per 100.000 Euro a 10 anni con un tasso del 5,75%, l’Adusbef calcola un rincaro di 148,80 Euro l’anno. Per lo stesso importo, con lo stesso tasso del 5,75%, a 15 anni l’aumento della rata annuale sarà invece, secondo l’associazione dei consumatori, di 159,60 Euro annui, mentre a 20 anni l’aumento è di 170,40 l‘anno. Per un mutuo invece da 200.000 Euro il rincaro a 10 anni è di 297,60 Euro l’anno, a 15 anni è di 319,20 e a 20 anni è di 340,80 l