Trichet prepara il taglio dei tassi

 

Non è un dietrofront completo, ma certo un netto cambiamento di posizione quello effettuato ieri dalla Banca centrale europea (Bce).

Le autorità monetarie della zona euro hanno preso atto di «un’insolita incertezza economica » e ammesso che i rischi al ribasso per la crescita, causa la crisi finanziaria, si sono almeno in parte concretizzati.

Non è ancora possibile affermare che la Bce sia pronta a ridurre a breve il costo del denaro nella zona euro: in gennaio i prezzi al consumo sono aumentati come non mai da quando è nata l’Unione monetaria, i sindacati in molti Paesi chiedono rinnovi salariali generosi e la massa monetaria rimane in forte crescita.

È possibile però dire che le autorità monetarie hanno rivisto la loro ottica. «La nostra decisione di lasciare il costo del denaro invariato al 4% – ha detto ieri durante la conferenza stampa mensile il presidente Jean-Claude Trichet è stata presa all’unanimità dal consiglio direttivo: non vi sono stati appelli né a favore di un ribasso, né a favore di una stretta».

Ancora un mese fa, la Bce stava valutando un possibile rialzo dei tassi d’interesse. Nel frattempo, però, il quadro economico è cambiato radicalmente: non solo negli Stati Uniti, la Federal Reserve è stata costretta a ridurre il costo del denaro di 175 punti base, ma nella stessa zona euro «nuovi dati economici hanno confermato che i rischi per la crescita sono al ribasso».

Insomma, l’istituto monetario europeo ha preso atto, forse più di quanto molti economisti di mercato si aspettassero, della difficile situazione economica: «Mentre continua il riapprezzamento dei rischi sui mercati finanziari – ha detto Trichet – rimane un’incertezza insolitamente elevata sull’impatto che questo processo avrà sull’economia reale».

Certo la Bce è convinta che i fondamentali economici della zona euro siano «solidi», ma nota che il rallentamento americano non potrà non avere un impatto sulla crescita. Ieri il presidente dell’istituto monetario ha evitato accuratamente di confermare lo scenario prevalente in gennaio, vale a dire quello di una crescita della zona euro intorno al 2% nel 2008.

Si è limitato a dire a denti stretti che la crescita quest’anno dovrebbe essere «un po’ sotto» al 2 per cento. Di più su questo fronte si saprà in marzo quando la Bce pubblicherà le nuove proiezioni dei suoi economisti. Trichet ha anche schivato la domanda di un giornalista che gli chiedeva di confermare l’orientamento restrittivo del consiglio direttivo emerso appena quattro settimane fa.
Infine, il presidente della Bce ha evitato di rispondere a una richiesta di commento sulle attese del mercato, che punta a un prossimo ribasso del costo del denaro, entro la fine del secondo trimestre. Un silenzio indicativo questo: nei fatti, Trichet non ha voluto prendere posizione contro un eventuale allentamento monetario nella zona euro.

Secondo José Luis Alzola, economista di Citigroup, «l’istituto monetario ha aperto la porta a una prossima svolta nella sua politica monetaria&raqu