Vendite in discesa

Il mercato immobiliare cresce, ma meno rispetto al passato< /strong>
Di Pierpaolo Molinengo

Secondo uno studio preparato da Paolo D’Alessanris per conto di Edilbox/Cresme i più recenti andamenti del mercato immobiliare italiano sono improntati ad un evidente rallentamento complessivo dopo dieci anni di crescita delle compravendite e sette anni di incrementi dei valori immobiliari.
«Si tratta di un mercato inserito nelle dinamiche macroeconomiche – si legge nella ricerca – e con una funzione anti-ciclica al pari dei beni rifugio e la cui fase di transizione riflette il lungo periodo di incertezza con una prosecuzione storicamente anomala della fase ascendente del ciclo. I segnali di un rallentamento del mercato italiano erano presenti già a partire dal 2003 con un azzeramento della crescita delle compravendite e una riduzione nei tassi di incremento dei prezzi.
I due anni successivi hanno visto l’incremento delle compravendite (+5 ,7% nel 2004 e +3,7% nel 2005) e prezzi in crescita ma con vigore decrescente (in valori costanti +3,0% nel 2003, +2,1% nel 2004, +1,9% nel 2005)».
Secondo le stime del Cresme, il mercato immobiliare ha tenuto anche nel 2006 con un ulteriore incremento delle compravendite ad oltre 1.043.000 (+1,2%) e con un incremento limitato dei valori immobiliari pari al +1,6% in valori costanti (+3,6% monetario).
Ma passiamo al 2007: secondo i dati Nomisma, nel primo semestre dello

scorso anno, i prezzi degli immobili hanno proseguito nel trend di crescita inaugurato ormai dieci anni fa, facendo registrare aumenti tuttavia più contenuti rispetto al passato.
L’incremento medio annuo dei prezzi delle abitazioni si attesta così al +5,6% (+4,2% in termini reali), in sensibile calo rispetto agli anni precedenti (il massimo incremento sull’anno fu raggiunto fra il 2003 ed il 2004 con +10,8%). Si tratta, invero, di un rallentamento controver so dato che l’ultimo semestre, con una crescita di tre punti percentuali, supera quello precedente, quando l’aumento fu del +2,6%. Alla base della più forte dinamica del secondo semestre rispetto al primo, deve essere posto il fenomeno della stagionalità, che lo vuole piu forte rispetto alla prima parte dell’anno.