IL MERCATO IMMOBILIARE DEL TURISMO ESTERO IN PIEMONTE

IL MERCATO IMMOBILIARE DEL TURISMO ESTERO IN PIEMONTE

Gli stranieri scelgono sempre più spesso il Piemonte per soggiornare o comprare casa. Anno dopo anno cresce il numero di chi dall’estero mette gli occhi sulla nostra regione e sui luoghi caratterizzati da una rara bellezza paesaggistica e storica, ravvivando così il mercato degli affitti e delle compravendite. Ad innamorarsi del territorio subalpino sono soprattutto gli europei: tedeschi, olandesi e svizzeri su tutti, ma anche molti russi che puntano a pezzi unici e di altissimo pregio. Poi ci sono gli americani, i norvegesi e qualche orientale, più pratici ma non meno esigenti. “Lo straniero vuole immergersi nella cultura italiana, vivere in dimore storiche estremamente rappresentative del territorio in cui si trovano: case da sogno, insomma, e ville da far sgranare gli occhi con viste mozzafiato”, spiega Paolo Papi, presidente di Fiaip Piemonte.
Grazie agli agenti immobiliari Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) della nostra regione, abbiamo scovato casi curiosi, località favolose, a volte nascoste agli occhi di chi ci vive tutti i giorni e “siamo riusciti a dare una sbirciatina al lusso che l’europeo, e non solo, cerca in Piemonte: l’estetica deve essere prestigiosa sia per la facciata delle abitazioni sia per gli interni e in qualche caso anche per gli arredi”, conclude Papi.
Se a Torino vanno per la maggiore gli affitti brevi, ad uso vacanza, accanto a locazioni più lunghe per i trasfertisti che stanziano in città per lavoro, nelle province chi arriva da fuori confine, al contrario, si affeziona e compra. Le compravendite più emblematiche e i flussi di stranieri più significativi si registrano intorno al Lago Maggiore, tra il novarese e il verbano. Seguono per ricettività dall’estero il Monferrato e le Langhe. Gli appassionati dell’astigiano amano combinare il rustico e l’enogastronomia tipica. Il biellese si ritaglia la sua fetta di turismo estero tra belgi e francesi, che va diversificandosi tra tedeschi, inglesi e norvegesi, mentre ci si avvicina al Lago di Viverone.Stupisce il vercellese, che per quanto rimanga fuori dalle mete scelte dall’estero, accoglie nei mesi estivi moltissimi francesi. Motivo? Il rientro delle famiglie che negli anni ’40 si sono trasferite Oltralpe.
Andiamo nel dettaglio.

TORINO
Torino si identifica come polo turistico per la sua valenza architettonica e museale e al contempo si apre a nuovi orizzonti nel mondo del lavoro.
Le locazioni brevi hanno registrato 144mila arrivi nel 2017, +31% rispetto all’anno precedente (dati dell’Osservatorio regionale del turismo). Di questi il 30% è composto da stranieri, francesi in testa, seguiti dai tedeschi. “Nell’ultimo anno abbiamo visto un grande risveglio degli investimenti dei privati per l’acquisto di immobili da destinare all’affitto turistico”, dice il presidente di Fiaip Torino, Aurelio Amerio. “Negli ultimi quattro anni (2014-2017) – spiega Amerio – per il mercato immobiliare, la componente ad uso investimento è cresciuta passando dal 21,1% al 26,6%. Ma è soprattutto nell’ultimo biennio che si evidenziano investitori che comprano e ristrutturano alloggi medio piccoli da locare per brevi periodi”. “La macro area Centro-San Salvario è quella che raccoglie il maggior numero di transazioni di questo tipo, il 47.3%, seguita da Francia-San Paolo con il 36,9%”.
Accanto alla rinascita culturale, il capoluogo subalpino si conferma come città sempre più metropolitana con professionisti provenienti da varie parti del mondo che decidono di viverci per motivi lavorativi. “Mai come quest’anno abbiamo avuto così tante richieste da parte di facoltosi stranieri”, dice Claudia Gallipoli, delegata alla comunicazione di Fiaip Piemonte. Chi viene dall’estero nella nostra città ricerca prevalentemente una sistemazione in affitto e gli interessati sono generalmente professionisti che arrivano qui per lavoro. Australiani, qualche americano, giapponesi, francesi che guardano al centro cittadino e alle sue vie storiche. Poche, ma non assenti del tutto, le compravendite.

“Le ricerche da parte di chi arriva dall’estero puntano a metrature importanti anche 300 metri quadri, nelle vie tra piazza Castello e piazza Vittorio.  Oltre a stranieri ci sono anche italiani che rientrano da altri paesi e che comprano per reddito”, precisa. “Un ampio appartamento in lungo Po Cadorna da 140 metri quadri, con terrazzo – racconta Gallipoli – è stato preso in affitto a buon prezzo da un imprenditore tedesco perché cercava un punto d’appoggio per un giorno a settimana. Un attico con terrazzo in via Vanchiglia è stato dato in locazione a una ricercatrice di Washington che si è trasferita qui con la famiglia”. Le strade che si snodano tra via Roma, via Po, via Sant’Ottavio sono le più richieste. “Abbiamo incontrato ricercatori e artisti provenienti dall’estero – aggiunge Gallipoli – molti musicisti, violinisti e pianisti, ma anche ingegneri e manager. Turchi, brasiliani, numerosi tedeschi e francesi: quello che li accomuna è che tutti vogliono stare in centro”.
Una giovane insegnante di Emmen, nei Paesi Bassi, ha scelto invece la formula del cohousing in piazza Castello, un’interessante formula di locazione che mette insieme indipendenza e condivisione degli  spazi abitativi. Le compravendite sono meno: “Un’americana di Los Angeles ha comprato con il marito italiano un attico in via Degli Artisti – racconta Gallipoli – uno scienziato tedesco ha acquistato un ampio appartamento in via Valperga Caluso. Ma è soprattutto la Mole – conclude – a rapire l’attenzione dei ‘nostri cugini’ al di là delle Alpi. Infatti gli appartamenti di via Riberi suscitano l’interesse di molti francesi”.  

Uscendo dalle porte di Torino l’afflusso turistico straniero resta in ascesa mentre ci avviciniamo alle montagne. L’Alta Val di Susa accoglie nei mesi invernali soprattutto gli amanti della neve e nei mesi estivi gli appassionati del downhill. I maggiori frequentatori stranieri delle stazioni sciistiche tra Bardonecchia e Sauze d’Oulx, Cesana e Claviere sono soprattutto inglesi, francesi e danesi. Qualche russo arriva fino a Sestriere.
“La locazione dell’appartamento per chi arriva da fuori Italia è una formula che si affianca a quelle più utilizzate dell’AirBnb e del Bed and Breakfast”, rivela Fiorella Zonato associata Fiaip dell’Alta Val di Susa. “Si è ben sviluppata negli ultimi anni e ha buoni riscontri con gli italiani – aggiunge – mentre i numeri per l’estero rimangono invece contenuti. Purtroppo l’idea del mercato depresso dell’Italia si è diffuso al di là dei nostri confini e chi arriva da fuori, in particolare dall’Inghilterra, tende a fare proposte per prendere in affitto o per acquistare immobili a cifre che sfiorano il ridicolo”. Accanto alle locazioni, generalmente settimanali, si conclude qualche compravendita e non è così raro incontrare attività commerciali di chi ha scelto di abitare nelle zone montane.

VERBANIA
I tedeschi sono di gran lunga i più  numerosi tra gli stranieri del verbano. Arrivano principalmente dalla Baviera o dall’ovest della Germania, da città come Stoccarda, Düsseldorf e Dortmund. I tedeschi hanno conosciuto la zona per un triste motivo storico, il rastrellamento del 1944, da allora su queste terre si sono avvicendati nonni e nipoti. 
I russi non primeggiano per numero di unità immobiliari acquistate, non si può dire lo stesso per la spesa sul territorio: scelgono dimore di altissimo livello con tanto di parchi e piscine e sborsano cifre da capogiro. Hanno sempre puntato alla pittoresca Stresa, conosciuta all’estero come ‘perla’ del Lago Maggiore, ma negli ultimi anni, capendo che Verbania gode di maggior luce solare, hanno cominciato a guardare al capoluogo di provincia e alle sue alture per avere la ‘vista’.

Un caso singolare è quello della villa sul Lago a Pallanza acquistata per telefono da un russo, un  magnate, proprietario di una rete ferroviaria per il trasporto del metano liquido lungo il Mar Baltico. “Non aveva mai visto la villa di persona”, dice il vice presidente Fiaip di Verbania, Alberto Actis. “Mi ha contattato il suo ufficio commerciale. C’è  però da dire che nei giorni della trattativa la zona era spesso sorvolata da elicotteri, presumibilmente del russo che voleva verificare l’effettiva esistenza della casa, magari per scongiurare che fosse una truffa alla Totò che vende la Fontana di Trevi”. L’unica volta che è sceso a Verbania è stato per firmare l’atto: “Era incredulo che in Italia si potessero acquistare opere d’arte a prezzi ragionevoli”.
L’ha comprata a 5,7 milioni di euro. Un affare, perché la villa era in vendita da alcuni anni a 9 milioni.  Una cifra dettata anche dal fatto che la casa era perfetta, subito agibile e super accessoriata. Gli interni erano finemente arredati con elementi di arte e di design.  I proprietari hanno addirittura lasciato alle pareti quadri dell’800 e tappeti; biancheria da camera di pregio e parure da bagno in lino coordinate ai toni dei diversi servizi. Un gioiello di puro lusso. “Sembrava un museo. Gli eredi hanno lasciato tutto. Il russo però ha voluto che gli interni rispondessero maggiormente al suo gusto e ha ristrutturato completamente la villa”.
Non è stato solo un investimento per il magnate del gas. A Verbania non ci aveva mai messo piede prima di acquistare quel patrimonio, ma si è affezionato. Ci trascorre molto tempo e sulle sponde del lago si è portato anche gli amici. Ben quattro per altrettante ville.
La villa dell’800 appartenuta al pittore Ferraguti è stata comprata da un suo amico uzbeco a circa 1,2 milioni. “Purtroppo non gliel’ho venduta io – sorride Actis – è un’opera d’arte sul lago, una casa storica dal valore artistico elevatissimo”. Negli anni ‘50 era diventata un albergo, poi dismesso, l’intenzione del nuovo proprietario pare sia di restituirla all’antico splendore, riportando le originali caratteristiche. “Sarebbe un valore aggiunto per tutta la città”, aggiunge Actis.
“Quest’anno ad Arizzano (un comune appena sopra Verbania ndr.) – racconta il vice presidente Fiaip – è stata venduta una villa, in questo caso moderna, da 1000 metri quadri con piscina, a una signora russa che ha poi deciso di vivere qui con la sua numerosa famiglia. Per lei è stato un affare, era all’asta in seguito al fallimento di un industriale. Valore 3,5 milioni, se l’è aggiudicata a 900mila”.

A fare da traino per gli stranieri nel verbano è senza dubbio la vicinanza dell’aeroporto di Malpensa (40 minuti di macchina) ma anche il lago, che inondato dal sole ha una bellezza che toglie il fiato. Inoltre è una zona di riserve e parchi naturali, un ambiente ricco di biodiversità, c’è un geoparco noto in tutta Europa che parte da Ivrea e arriva in Trentino.
Parlando di numeri, il 50% delle locazioni è destinato al mercato estero e la parte del leone la fanno i tedeschi, una presenza ormai consolidata sul territorio. Per le compravendite le stime sono più basse: fino a un massimo del 10% è per chi viene da fuori Italia e tra questi oltre la metà arriva dalla Germania. Percentuale che sale oltre il 30% per il comune frontaliero con la Svizzera, Cannobio, che stimola l’interesse degli elvetici.
Il target è over 40, con famiglia, naturalista, ama gli spazi all’aria aperta e le passeggiate, trascorre fine settimana lunghi dal venerdì al lunedì (hanno più vacanze nel corso dell’anno rispetto agli italiani). Se acquista casa, generalmente è la terza o la quarta proprietà.
Il tedesco tende a essere molto preparato quando vuole comprare. Per gli immobili importanti infatti tende a saltare il mediatore: guarda su google e si informa direttamente al catasto. Quando invece è interessato a una proprietà e si rivolge a un’agenzia, la vendita 9 su 10 va a buon fine. “Se scende fin qui per vedere un’abitazione – spiega Actis – non è solo per dare uno sguardo, ma perché realmente la vuole comprare”.
Se Verbania città resta prevalentemente residenziale con poco più di 30mila abitanti, i campeggi sono letteralmente presi d’assalto dai turisti stranieri, che nei mesi top diventano delle vere e proprie piccole cittadine immerse nel verde con picchi che superano le 15-20mila persone.

NOVARA
La zona bassa del Novarese vede una massiccia presenza di stranieri. Americani, russi e olandesi mettono gli occhi e il portafoglio su Arona, Lesa, Castelletto, Dormelletto e su un po’ tutto l’Alto Vergante. La punta del lago Maggiore ha una doppia forza: la bellezza dei luoghi e il polo internazionale creato dall’Euratom e ad Augusta Westland, che pur essendo già in un’altra provincia, richiama moltissimi stranieri anche sulla sponda del novarese. “Chi è qui per lavoro fa il pendolare con il battello e attraversa il lago”, spiega Marco Pusceddu, presidente provinciale Fiaip Novara. Ma accanto allo straniero che affitta per motivi di lavoro per sei mesi o un anno, ci sono moltissimi altri che su queste zone si riversano per le vacanze. “Chi arriva dall’estero – sottolinea Pusceddo – tende a fare un breve soggiorno in locazione ma poi compra la sua casa vacanze”.

“Lo straniero si è sempre mosso di più a Stresa, nella zona dell’alto lago. Solo negli ultimi anni si sta avvicinando ad Arona e allo specchio d’acqua novarese”, aggiunge Sabrina Roveda, segretaria provinciale Fiaip. Oggi ci sono molti belgi, olandesi, russi, ma anche inglesi e tedeschi. E a seconda della nazionalità variano anche le richieste: il russo ama case più fastose, il belga e l’olandese hanno un gusto più sobrio.
Essenziale per tutti però è che l’abitazione sia di impatto: les pieds dans l’eau, la vista lago o in alternativa la villa d’epoca ristrutturata e, se si trova, magari anche già arredata. Lo straniero se opta per la casa moderna, questa deve essere dotata di tutti i comfort. “Un immobile da ristrutturare lo spaventa – spiega Roveda -. Quindi nell’80% dei casi preferisce la casa pronta all’uso, a meno che non si innamori di una proprietà e non abbia già amici e conoscenti sul posto”. La vicinanza al lago è la caratteristica più ricercata. Una delle più belle case con i piedi nell’acqua passate in mani straniere è la villa appartenuta al pittore Siro Penagini, venduta, in questo caso da ristrutturare, a 1,5 milioni di euro. Si trova al Solcio, una frazione di Lesa, ed è stata acquista da una coppia, lei inglese lui australiano.
Se invece ci si sposta dal lago è indispensabile avere la vista. Alcuni russi hanno comprato sulla prima collina, poco sopra Lesa, una villa ristrutturata in maniera perfetta a 2,5 milioni di euro. Al di là di queste abitazioni prestigiose, la fascia di prezzo si aggira tra i 500mila euro e il milione. “Diversamente dal verbano, da noi – spiega Roveda – case indipendenti con ‘i piedi nell’acqua’ non sono così diffuse. Nella fascia lago che va da Arona e Stresa, le ville superlative con accesso diretto al lago sono poche: vediamo quelle di Berlusconi e di Ferrè; perlopiù però ci sono complessi residenziali di appartamenti, molto belli, con piscina e campi da tennis”. I tedeschi sono quelli che puntano soprattutto su queste strutture. Ce n’è addirittura uno ribattezzato ‘villaggio dei tedeschi’ perché è abitato solo da loro grazie al passa parola. L’area del basso lago resta comunque principalmente italiano. “Varia da un anno all’altro – precisa Sabrina – ma si vende ad italiani per il  60% e a stranieri per il 40%. Anche se, complice l’abbassamento generale dei prezzi, la tendenza verso l’estero è in forte ascesa”.

Come si comporta lo straniero in cerca di un immobile rispetto all’italiano? “Gli stranieri non trattano – risponde Sabrina – fanno una selezione a monte e arrivano già molto informai. Sono tre volte più preparati di noi e se vengono a vedere un immobile è perché ritengono che il prezzo sia congruo. Nel 90% dei casi hanno un’effettiva volontà di acquistare: hanno già fatto un’analisi approfondita e fanno offerte che si discostano poco dalla richiesta della proprietà. Non vale per tutti, ad esempio il tedesco e il francese trattano molto sul prezzo. Un po’ come l’italiano che rilancia offerte anche del 40% in meno rispetto alla cifra di partenza”.

ALESSANDRIA E MONFERRATO
Il Monferrato piace e conquista il cuore degli stranieri ed è una delle aree più ricercate in Piemonte da chi arriva da oltre confine. “Le compravendite per il comparto estero stanno aumentando”, dice Andrea Monti, delegato al settore estero regione Piemonte e vice presidente di Alessandria. “Per fare una stima, l’80% delle nostre vendite è concluso con gli stranieri”, aggiunge.
Il cliente tipo? Famiglie tra i 45 e i 60 anni, con un livello culturale medio alto; provengono da Svizzera, Germania, Olanda, Danimarca, Inghilterra, ma anche Stati Uniti e Paesi del Nord Europa. Svedesi e norvegesi sono una presenza in aumento in questi luoghi. Il castello di San Giorgio, ad esempio, in vendita a 3 milioni di euro è oggetto di trattativa con degli svedesi.
Tipologia di immobile ricercato? Il casale tipico in pietra, indipendente su quattro lati con terreno, in posizione panoramica quindi collinare o immerso in una zona di interesse naturalistico. Le ville devono avere carattere storico, di fine Settecento, Ottocento o liberty.
A trainare la domanda, in forte ascesa, è la posizione baricentrica del Monferrato. “Si coniuga la tranquillità e la quiete della campagna all’opportunità di raggiungere in un’ora di macchina il mare, la montagna o altre mete di interesse turistico”, spiega Monti. Chi arriva dall’estero in queste zone, inoltre, ama l’enogastronomia: “E’ un aspetto molto importante per loro e qui vino e cibo sono al top”, aggiunge.
Per gli affitti la richiesta sta aumentando, soprattutto nei periodi estivi.  Le strutture ricercate sono sempre le stesse, casali e cascine tipiche. Si va dalla settimana ai 15 giorni, ma la stagione si è allungata, parte a Pasqua e dura fino ai mesi del tartufo, ottobre e novembre.  “Quello della locazione – sottolinea Monti –  è un mercato che sfugge di mano ed è difficile da monitorare con stime precise. Sappiamo che chi ha acquistato da noi, nei periodi in cui non utilizza l’immobile, lo dà in affitto ai propri connazionali”. A seconda dell’ubicazione, dei metri quadri, dei servizi, gli affitti si muovono dai 1000 ai 4500 euro a settimana. I comuni della prima cintura di Alessandria esercitano un certo fascino, soprattutto verso la Russia. “Si è creato un piccolo filone a Pietra Marazzi dove i russi hanno comprato di fila 3, 4 ville”, dice Franco Repetto, delegato alla comunicazione di Fiaip Alessandria. “Operazioni non da capogiro, ma interessanti, tra i 200 e i 400mila euro”.
“In città si vende molto a stranieri, non tanto per uso turistico – aggiunge Repetto – ma come prima abitazione. Qualche anno fa – ricorda – Alessandria è stata in cima alla lista delle città in Italia per l’acquisto da parte di stranieri. Un fenomeno importante, frenato poi dalla crisi del mercato immobiliare”.
Le zone che hanno maggiore presa per gli affitti o le compravendite sono il tortonese, il casalese, l’acquese e l’ovadese dove sono diffuse le case in pietra tipiche del Basso Monferrato, molto ricercate dallo straniero. Nell’alessandrino invece il mercato dell’affitto turistico fatica a decollare. “Molte case, ville e casali – spiega Repetto – restano vuote, se non addirittura in stato di abbandono, ma  potrebbero al contrario rappresentare una buona fonte di investimento, soprattutto in virtù delle locazioni brevi”.

ASTI E MONFERRATO
C’è un risveglio recente nelle compravendite da parte degli stranieri sulle distese collinari astigiane e nei suoi dolci pendii coltivati a vite. Da quando nel 2014 la zona Monferrato-Langhe-Roero è stata inserita nel Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco, il turismo estero ha avuto un nuovo impulso. “Le compravendite in generale sono aumentate in questi ultimi tre anni, anche da parte degli stranieri e soprattutto da chi arriva da Belgio e Olanda”, racconta Loredana Carboneris, presidente Fiaip Asti. Al contrario, “gli affitti brevi delle case private per chi viene dall’estero non decollano: è un mercato che deve ancora trovare la sua giusta connotazione”, aggiunge.

Il Palio d’Asti e il Festival delle sagre, in cui 27 pro loro mettono in piazza le ricette della tradizione per cui la città ha vinto il titolo del ‘più grande ristorante a cielo aperto d’Europa’, ravvivano il comune piemontese richiamando ogni anno, soprattutto nel mese di settembre, visitatori provenienti da tutto il mondo. Accanto a questo movimento turistico, c’è anche un forte mercato immobiliare per residenti stranieri. “Ci sono molti macedoni e romeni che acquistano la loro prima casa perché lavorano nelle aziende agricole o vitivinicole”, spiega Carboneris. Ma in questi casi non si tratta di turismo.
A sorprendere, però, è la presenza dei norvegesi. Dalla Norvegia arriva chi compra la casa vacanze: antiche dimore dalle ampie metrature, indipendenti e con terreno circostante. Ma c’è chi ha intuito le opportunità di business di queste zone vitivinicole. Paesi come Canelli, famoso per la produzione del Moscato che riposa e fermenta in cantine chiamate cattedrali sotterranee o Nizza Monferrato, nota come capitale del Barbera, hanno catturato l’interesse commerciale dei norvegesi che sempre più spesso fanno acquisti nelle terre del vino, comprando grossi cascinali per creare Bed and Breakfast. Qualche facoltoso americano ha messo gli occhi su San Damiano d’Asti nell’Alto Monferrato e in particolare sull’ex convento di Montegrosso e il Castello di Bubbio. Le cifre sono ovviamente a sei zeri.

 CUNEO E LANGHE
La vasta provincia di Cuneo si differenzia in due macro zone con due tipologie turistiche diverse. La prima cintura cuneese richiama, per la sua vicinanza alla Francia, molti turisti da Oltralpe, e le Langhe che invece sono ben più conosciute e vantano un ventaglio di turisti più ampio sia in termini di afflusso sia per tipo di nazionalità: svizzeri, tedeschi e ultimamente anche olandesi e russi. A stupire sono però i cinesi che puntano a fare affari in zona comprando interi castelli da convertire in strutture ricettive.
“La politica territoriale gioca un ruolo cruciale per l’attrattiva di queste aree. Grazie a slow food, alla denominazione della zona del Barolo patrimonio Unesco, il turismo estero degli ultimi anni ha avuto una marcia in più”, spiega Fabrizio Saccato, vice presidente provinciale Fiaip Cuneo. “Uniche due pecche della provincia – racconta – sono l’autostrada Asti-Cuneo che terminando a Cherasco, di fatto è un’opera incompleta, e il tunnel del Tenda che porta enormi rallentamenti al transito. Le vallate del cuneese si trovano così isolate e a livello turistico restano tutte da scoprire. Si avvicinando maggiormente francesi, svizzeri, chi è più vicino ai nostri confini”.
La percentuale delle compravendite concluse con stranieri, nell’area montana è molto bassa, tra il 5 e l’8%. Il discorso cambia invece per le Langhe, dove la percentuale, comunque contenuta, può raggiungere il 15%. La tendenza delle locazione invece cambia nettamente. “Un tempo era assente l’offerta di alloggi ad uso vacanze, mentre in questi ultimi anni si è visto un fiorire di Bed and Breakfast e di appartamenti dati in affitto che hanno favorito l’arrivo dei turisti anche dall’estero”, aggiunge Saccato. 

Nelle zone di maggiore interesse, come l’albese, centro delle Langhe, la percentuale delle locazioni a stranieri sale anche al 60 o 70 % e raggiunge picchi tra l’80 e il 90% nella stagione autunnale del tartufo. Negli anni anche i piccoli proprietari si sono orientati a questo mercato, attrezzando le strutture e offrendo molti servizi, come le navette per il trasporto o le bici elettriche, utili per esplorare il territorio circostante.
Se negli anni passati il mercato immobiliare non era particolarmente movimentato dalla richiesta dall’estero, quest’anno al contrario è emersa una nuova corrente dall’estero, quella cinese. “Gruppi di cinesi sono interessati perlopiù al business delle Langhe – spiega il vice presidente Fiaip Cuneo – e investono comprando rustici o castelli, un tempo nobiliari, per creare grandi alberghi con l’obiettivo di invitare i propri connazionali e offrire un servizio completo dal soggiorno, alle degustazioni e al vino”.
Ci sono ben due castelli in vendita con ampi terreni e vigneti su cui hanno messo gli occhi, che si aggirano tra i 20 e i 24 milioni di euro. Anche qualche russo e tedesco, appassionato di vino, si muove nella zona del Barolo, cercando cantine con metrature importanti e terreni circostanti, le cifre in questi casi si aggirano intorno al milione e il milione e mezzo.

BIELLA
Il biellese ha un territorio che va dalla montagna di Andrate al lago di Viverone, attraversando la Panoramica collinare Zegna. E a seconda del luogo in cui ci troviamo incontriamo turisti di nazionalità diverse. Nell’area di Biella città c’è una maggioranza che arriva dal Belgio e dalla Francia, in particolare dall’Alta Savoia. “Ci sono intere palazzine – racconta Franco Busonipresidente Fiaip di Biella – che vengono affittate a francesi e belgi per trascorrere le vacanze”.
In passato ci sono stati fortissimi flussi migratori di cittadini italiani verso la Francia e il Belgio; ma le radici si fanno sentire e non mancano di rientrare nelle terre di origine, in cui qualcuno mantiene ancora legami parentali. “Ci sono paesi interi che durante l’estate si popolano di francesi, come Piedicavallo, Rosazza, ma un po’ tutta la Valle Cervo. Negli anni molta gente ha espatriato e oggi vive abitualmente all’estero dove ha fatto fortuna”, spiega Busoni.

Lo scenario cambia sul lago di Viverone. Tedeschi e inglesi appassionati di sci nautico e di natura prendono letteralmente d’assalto i Bed and Breakfast della zona, nei mesi vacanzieri. Senza dimenticare che la via Francigena passa da lì ed è un forte richiamo per i turisti ‘camminatori’, soprattutto provenienti dai paesi del Nord Europa, che la percorrono durante tutto l’arco dell’anno. “Si tratta perlopiù – spiega Busoni – di un turismo mordi e fuggi, con una forte rotazione di persone che vanno e vengono”. La via Francigena è molto nota e si ricongiunge con la via Francescana in Toscana: “Non c’è lo stesso afflusso del Cammino di Santiago, ma è decisamente molto battuta”, sottolinea. Sull’acquisto di immobili sono gli inglesi quelli più interessati. Le numerose dimore storiche del biellese hanno però catturato l’attenzione di tedeschi e ricchi balcanici.
Villa Reda nel centro di Biella, una dimora liberty dei primi del Novecento, ex casa di Giorgio Aiazzone, è stata acquistata da un facoltoso tedesco. Battuta all’ultima asta giudiziaria per 658 mila euro, circa 400 euro al metro quadrato. Un gioiello andato sotto il martello dopo il fallimento del gruppo del mobile. Durata anni l’asta era partita da 3,7 milioni di euro ed è poi scesa ben al di sotto del milione.
L’imponente e maestosa villa ad Andorno Micca, appartenuta a Gallo Barbisio, produttore di cappelli, è invece stata venduta un paio di anni fa a russo.
“Il biellese ha una buona qualità della vita e i prezzi sono molto bassi. Motivo per cui da queste parti si acquistano pezzi unici che altrove sarebbero inaccessibili – conclude Busoni -. Negli ultimi anni i valori delle abitazioni sono scesi tantissimo, la causa è la regressione degli abitanti, legata alla crisi del territorio e del tessile che un tempo faceva da traino all’economia locale”.

VERCELLI
La presenza di stranieri nel vercellese non è particolarmente rilevante. Solo un paio di piccoli borghi da 300-500 abitanti vivono un momento atipico durante l’estate. “Postua e Guardabosone nei mesi estivi si popolano di francesi”, spiega Marco Brambilla, presidente provinciale Fiaip di Vercelli. Storicamente c’è stata una massiccia emigrazione verso la Francia e i periodi di vacanza segnano il rientro nelle terre d’origine dei familiari.
“Sul Monte Rosa come per la stazione sciistica di Alagna – sottolinea Brambilla – gravitano alcuni francesi e svizzeri ma non è un mercato particolarmente vivace. Da queste parti chi punta su un’eventuale seconda casa è il milanese e il novarese”.